
Il fatto è che, se l’hCG viene introdotta nell’organismo insieme a un antigene come quello del tetano, la reazione immunitaria che si scatena forma anticorpi non solo contro l’antigene tetanico ma anche contro l’hCG. Gli anticorpi anti-hCG rendono ovviamente incapace l’organismo femminile di portare a termine la gravidanza. Di fatto, il vaccino iniettava un anticoncezionale.
Dalle Filippine (dove già 3,4 milioni di donne erano state vaccinate) e dal Nicaragua giunsero conferme ai riscontri laboristici. Il programma era in corso anche in Nigeria e Tanzania e anche lì la speciale vaccinazione veniva somministrata solo a donne in età fertile. Del resto, i protocolli dell’OMS prescrivevano cinque iniezioni presunte di “richiamo” e le prime entro tre mesi: altra stranezza, dato che all’età di quelle pazienti il vaccino antitetanico fornisce un’immunità decennale con una sola iniezione !
Gli esperti dell’organizzazione Human Life International, allora, cominciarono a spulciare la letteratura scientifica sull’argomento e scoprirono che da almeno vent’anni l’OMS, attraverso ricercatori ad esso collegati e da esso finanziati, stava cercando di creare un vaccino anti-fertilità utilizzando un tossoide del tetano come veicolo. Infatti, il sistema immunitario per natura non aggredisce l’hCG e pertanto bisogna “ingannarlo” mobilitandolo contro un antigene estraneo unito alla gonadotropina, in modo da scatenare la risposta degli anticorpi contro l’uno e contro l’altra.
Il programma era stato iniziato dall’OMS nel 1972 e nel 1993 aveva già speso 365 milioni di dollari in questi esperimenti che aveva denominato “Ricerche sulla salute riproduttiva”. I fondi venivano dalla Banca Mondiale, dall’ONU, dalla Rockefeller Foundation, da un buon numero di università (specie scandinave) e dai governi britannico e tedesco.
All’inizio, ovviamente, l’OMS negò che il vaccino contenesse hCG. Di fronte alle prove, sia l’OMS sia il Dipartimento di Sanità delle Filippine derisero i referti perché venivano, dissero, da “gruppi cattolici di diritto alla vita”. Quattro fiale del vaccino vennero allora esaminate dal St. Luke Medical Center di Manila, che è luterano: tutte e quattro contenevano hCG.
A questo punto, l’OMS cambiò linea di difesa e sostenne che le quantità di hCG nel vaccino erano “insignificanti” e assolutamente insufficienti a scatenare anticorpi contro la gonadotropina. Però, 30 donne filippine che avevano ricevuto il vaccino cosiddetto anti-tetanico risultarono avere altissimi livelli di anticorpi anti-hCG.
Inoltre, si scoprì che i vaccini usati (tre diversi preparati di tre ditte diverse) non avevano la licenza per essere commercializzati o somministrati nelle Filippine. L’autorità preposta, il filippino Bureau of Food and Drug, si giustificò dicendo che le ditte “non avevano chiesto la registrazione” dei loro preparati.
[…] “Aziende note e stimate”, si affrettò a testimoniare a loro favore l’OMS. Una di queste, la Connaught Laboratories Ltd., era divenuta nota negli anni ’80 in quanto distribuiva plasma sanguigno contaminato dal virus dell’AIDS.
tratto da: Roberto Gava e Eugenio Serravalle, “Vaccinare contro il tetano?” ed. Salus Infirmorum
FONTE: informarexresistere.fr
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