venerdì 21 gennaio 2011

LA TV SVIZZERA RIVELA: SUL TAMIFLU TROPPE ZONE D'OMBRA

Restano zone d’ombra sugli eventi e i meccanismi che hanno promosso l’antinfluenzale Tamiflu (oseltamivir) della ditta elvetica Roche al rango di farmaco anti-pandemia per eccellenza, secondo un documentario della Televisione svizzera italiana (Rsi).


L’inchiesta, disponibile sul sito si interroga anche sull’effettiva efficacia e innocuità del medicinale, con le interviste tra l’altro dei genitori di un bambino di tre anni e di un ragazzo morti in Giappone, dopo aver preso il Tamiflu. Ma Roche sottolinea che “83 milioni di persone, tra cui 17 milioni di bambini, hanno preso il farmaco. Se fosse stata pericoloso, non sarebbe più sul mercato”, ha commentato la portavoce di Roche, Claudia Schmitt.

“Il dato di 83 milioni, ha poi precisato Roche, include le vendite legate alla pandemia influenzale del 2009, e quindi anche le riserve costituite dai Paesi. Non sappiamo quante sono state effettivamente usate. Ma nel settembre 2009, 57 milioni di persone erano già state trattate” con il Tamiflu.

Fatto indiscutible, dopo l’allarme pandemia scattato in tutto il mondo con i virus dell’influenza aviaria (H5N1) e suina (H1N1), il Tamiflu ha fruttato molto alla Roche: ben 12 miliardi di franchi negli ultimi anni, sottolinea la Rsi. Ma la sua ascesa al rango di rimedio fondamentale contro l’influenza pandemica – spiega il documentario – sembra registrare ancora zone d’ombra dove si intrecciano operazioni di marketing, conflitti di interessi e reticenze nel rendere pubblici l’insieme degli studi condotti da Roche sul farmaco ed in particolare quelli che ne attestano l’efficacia contro le possibili complicanze dell’influenza.

L’inchiesta condotta per la trasmissione Fal. della Rsi racconta infatti come un pediatra giapponese, che per scrupolo ha voluto saperne di più sul medicinale, ha scoperto che molti documenti sul farmaco non erano stati pubblicati e si sofferma sulle difficoltà della Cochrane Collaboration (gruppo di ricercatori specializzato nelle “revisioni” degli studi sui farmaci), ad ottenere dalla Roche l’insieme degli studi e dati alla base di un rapporto sull’efficacia del Tamiflu contro le complicanze dell’influenza.

Contattata dall’ANSA, la Roche ha affermato che già un anno fa, su richiesta, la ditta ha reso disponibili “tutti” i dati clinici di studi conclusi dalla Roche sul Tamiflu per la riduzione delle temute complicanze dell’influenza. Alcuni su un sito protetto da una password e riservato ai ricercatori, ha precisato. Ed anche gli esperti della Cochrane Collaboration hanno accesso al sito, ha aggiunto Roche.

La Cochrane ritiene tuttavia l’insieme dei dati reso disponibile dalla Roche “insufficiente per ricostruire e valutare in modo indipendente” le valutazioni dei trattamenti con Tamiflu. Le informazioni rese accessibili coprono infatti una piccola parte del totale delle relazioni non pubblicate e “non contengono informazioni vitali come (per esempio) i protocolli dei test e i piani d’analisi”, ha affermato Tom Jefferson della Cochrane in una e-mail all’ANSA. Intervistata nel documentario, Fiona Godlee del British Medical Journal, vede nella vicenda Tamiflu un campanello di allarme : “il modo in cui valutiamo l’efficacia e la sicurezza dei farmaci, e pubblichiamo ricerche sui giornali scientifici, è compromesso. Non possiamo continuare a ignorarlo”.

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